In mostra la storia dell'Arma dei Carabinieri


Ogni luogo del territorio italiano ha visto e vede tuttora la presenza viva dell’Arma dei Carabinieri, la cui opera si è fatta conoscere, apprezzare, stimare ovunque in Italia e all'estero. Nel corso dei quasi 200 anni della loro storia i Carabinieri hanno segnato il corso degli eventi al fianco dei cittadini, assistendoli, difendendoli, divenendo in questo modo parte integrante della nostra quotidianità.
Per celebrare l'operato dell'Arma e ricordare i momenti più significativi dalla sua istituzione ad oggi, l'Associazione Veicoli Storici Militari Emilia Romagna con patrocinii istituzionali di rilievo, ha progettato la mostra Nei secoli fedele allestita negli spazi della Sala Miceti di Imola (Bo) dall'1 novembre 2008 all'11 gennaio 2009.
Orario: dal giovedì alla domenica 10-12.30 e 15.30-18.30


Gli organizzatori della mostra Nei secoli fedele comunicano che al pubblico che parteciperà alla conferenza di sabato 10 gennaio, ore 17, dedicata a "I Carabinieri nell'ambito delle missioni di Pace" verrà fatto omaggio del pregevole catalogo della mostra e del calendario ad essa dedicato.

lunedì 22 dicembre 2008

Storia dei carabinieri: la III Guerra d'Indipendenza

Il 24 giugno 1864, per la prima volta, in una relazione ufficiale che la Commissione Affari Interni della Camera inviò al Governo, fu usato il termine “Benemerita” per indicare l’Arma dei Carabinieri; il titolo, che entrerà nell’uso comune soprattutto grazie alla riconoscenza popolare, accompagnerà l’Istituzione per tutta la sua vita.
Ma nel 1866 è ancora guerra con l’Austria, favorita dalla grave crisi di quest’ultima con la Prussia: al neocostituito Regno sembrò l’occasione per risolvere il problema della frontiera nord–orientale. Il 17 giugno iniziarono le ostilità degli alleati Italiani e Prussiani contro l’Austria: le forze nazionali, benché consistenti, risentivano dei problemi dovuti alla recente unificazione nonché di carenze di comando. Dopo cocenti insuccessi, quali Custoza e Lissa, e qualche vittoria, quali Bezzecca e Primolano, il 26 luglio tacquero le armi ed il Veneto venne acquisito al Regno.
L’Arma concorse alle operazioni con 1.000 uomini, che si distinsero nei combattimenti di Santa Croce, Villafranca, Borgoforte e, soprattutto, al fianco dei volontari del generale Garibaldi a Monte Suello e Condino, talché l’Eroe dei due Mondi li apprezzò formalmente con una lettera autografa.
E Garibaldi ed i Carabinieri si incontrarono ancora. Dopo l’acquisizione del Veneto, l’attenzione del Generale (e di tutto il Regno d’Italia) si concentrava su Roma: come suo solito, l’Eroe tendeva a raggiungere l’obiettivo in maniera diretta, con ciò creando problema diplomatici internazionali ed in particolare con la Francia. Nel settembre 1867, il Generale Garibaldi giunse a Sinalunga (SI), da dove, in poche ore, avrebbe potuto raggiungere lo Stato Pontificio, mettendo il Governo nella necessità di un pronto intervento: il delicato incarico fu affidato al Tenente Pizzuti che la notte del 24 penetrò nella sua abitazione, convincendolo a seguirlo. Condotto a Caprera, il Generale riusciva però ad allontanarsi ed il 20 ottobre successivo avviava una nuova operazione - fatta fallire dai Francesi - per raggiungere Roma.
Il Governò emanò un altro ordine di catturare Garibaldi, proprio per evitare una crisi internazionale; il terzo arresto fu eseguito dal Colonnello Camosso a Figline Valdarno, il 5 novembre 1867, con rischio di spargimento di sangue, in quanto il Generale viaggiava su un treno di volontari garibaldini: ancora una volta i Carabinieri avevano fatto il proprio dovere, anche a costo dell’incolumità e dell’impopolarità.

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