In mostra la storia dell'Arma dei Carabinieri


Ogni luogo del territorio italiano ha visto e vede tuttora la presenza viva dell’Arma dei Carabinieri, la cui opera si è fatta conoscere, apprezzare, stimare ovunque in Italia e all'estero. Nel corso dei quasi 200 anni della loro storia i Carabinieri hanno segnato il corso degli eventi al fianco dei cittadini, assistendoli, difendendoli, divenendo in questo modo parte integrante della nostra quotidianità.
Per celebrare l'operato dell'Arma e ricordare i momenti più significativi dalla sua istituzione ad oggi, l'Associazione Veicoli Storici Militari Emilia Romagna con patrocinii istituzionali di rilievo, ha progettato la mostra Nei secoli fedele allestita negli spazi della Sala Miceti di Imola (Bo) dall'1 novembre 2008 all'11 gennaio 2009.
Orario: dal giovedì alla domenica 10-12.30 e 15.30-18.30


Gli organizzatori della mostra Nei secoli fedele comunicano che al pubblico che parteciperà alla conferenza di sabato 10 gennaio, ore 17, dedicata a "I Carabinieri nell'ambito delle missioni di Pace" verrà fatto omaggio del pregevole catalogo della mostra e del calendario ad essa dedicato.

lunedì 29 dicembre 2008

Una nuova sezione dedicata ai Carabinieri nella Resistenza

Ultima sorpresa degli organizzatori della mostra Nei secoli fedele allestita alla Sala Miceti di Imola, che dopo l’exploit della copia dell’aereo di Francesco Baracca propongono una nuova sezione dell’esposizione dedicata ai Carabinieri nella Resistenza.
Dall’8 settembre del ’43 all’aprile del 1945, infatti, l’Arma dei Carabinieri visse uno dei periodi più difficili ma al contempo più eroici della sua storia. Benchè fosse duramente provata dal secondo conflitto mondiale, trovò la forza e la coesione morale per organizzarsi tempestivamente e per partecipare alla Resistenza e alla Guerra di Liberazione. Attivò tutte le proprie strutture impiegando nuclei e formazioni clandestine, in alcuni casi anche ingenti, nel contrasto delle forze nazi-fasciste con un bilancio di perdite emblematico: caduti 2735, feriti 6521.
La sezione della mostra ne ripercorre le vicende salienti, dalla difesa di Roma nelle ore successive all’8 settembre 1943, al Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri, fino all’eroismo di Salvo d’Acquisto e di altri suoi commilitoni meno noti.
La nuova sezione della mostra sarà visitabile fino all’11 gennaio.
Nel frattempo ci si prepara per la Befana: il 6 gennaio alle ore 15 in Piazza Medaglie d’Oro (Porta Appia) arriverà infatti la Befana dei Carabinieri con un giro di giostra e tanti doni per i bambini.
Infine ricordiamo il calendario di apertura della mostra durante le feste: venerdì 2 gennaio, sabato 3 gennaio, domenica 4 gennaio, martedì 6 gennaio apertura ore 10-12.30 e 15.30-18.30.
Da giovedì 8 gennaio a domenica 11 gennaio ore 10-12.30 e 15.30-18.30. Chiusa giovedì 1 gennaio, lunedì 5 e mercoledì 7.

lunedì 22 dicembre 2008

Annullata la conferenza del 28 dicembre

Si informa che la conferenza prevista per domenica 28 dicembre è stata annullata per motivi tecnici.
Gli organizzatori della mostra Nei secoli fedele colgono l’occasione per porgervi i più sentiti auguri di Buone Feste.

Storia dei carabinieri: la III Guerra d'Indipendenza

Il 24 giugno 1864, per la prima volta, in una relazione ufficiale che la Commissione Affari Interni della Camera inviò al Governo, fu usato il termine “Benemerita” per indicare l’Arma dei Carabinieri; il titolo, che entrerà nell’uso comune soprattutto grazie alla riconoscenza popolare, accompagnerà l’Istituzione per tutta la sua vita.
Ma nel 1866 è ancora guerra con l’Austria, favorita dalla grave crisi di quest’ultima con la Prussia: al neocostituito Regno sembrò l’occasione per risolvere il problema della frontiera nord–orientale. Il 17 giugno iniziarono le ostilità degli alleati Italiani e Prussiani contro l’Austria: le forze nazionali, benché consistenti, risentivano dei problemi dovuti alla recente unificazione nonché di carenze di comando. Dopo cocenti insuccessi, quali Custoza e Lissa, e qualche vittoria, quali Bezzecca e Primolano, il 26 luglio tacquero le armi ed il Veneto venne acquisito al Regno.
L’Arma concorse alle operazioni con 1.000 uomini, che si distinsero nei combattimenti di Santa Croce, Villafranca, Borgoforte e, soprattutto, al fianco dei volontari del generale Garibaldi a Monte Suello e Condino, talché l’Eroe dei due Mondi li apprezzò formalmente con una lettera autografa.
E Garibaldi ed i Carabinieri si incontrarono ancora. Dopo l’acquisizione del Veneto, l’attenzione del Generale (e di tutto il Regno d’Italia) si concentrava su Roma: come suo solito, l’Eroe tendeva a raggiungere l’obiettivo in maniera diretta, con ciò creando problema diplomatici internazionali ed in particolare con la Francia. Nel settembre 1867, il Generale Garibaldi giunse a Sinalunga (SI), da dove, in poche ore, avrebbe potuto raggiungere lo Stato Pontificio, mettendo il Governo nella necessità di un pronto intervento: il delicato incarico fu affidato al Tenente Pizzuti che la notte del 24 penetrò nella sua abitazione, convincendolo a seguirlo. Condotto a Caprera, il Generale riusciva però ad allontanarsi ed il 20 ottobre successivo avviava una nuova operazione - fatta fallire dai Francesi - per raggiungere Roma.
Il Governò emanò un altro ordine di catturare Garibaldi, proprio per evitare una crisi internazionale; il terzo arresto fu eseguito dal Colonnello Camosso a Figline Valdarno, il 5 novembre 1867, con rischio di spargimento di sangue, in quanto il Generale viaggiava su un treno di volontari garibaldini: ancora una volta i Carabinieri avevano fatto il proprio dovere, anche a costo dell’incolumità e dell’impopolarità.

venerdì 19 dicembre 2008

Tanti appuntamenti nel fine settimana

Fine settimana ricco di appuntamenti quello alle porte: sono infatti quattro le iniziative che avranno luogo sabato 20 e domenica 21 dicembre nell’ambito della mostra Nei secoli fedele allestita alla Sala Miceti di Imola.
Si comincia sabato 20 dicembre dalle ore 14 con l’annullo postale, che avrà luogo nei locali della mostra a cura del Circolo Filatelico imolese. Lo stesso pomeriggio, alle ore 17 inizierà la tavola rotonda dedicata al grande illustratore militare imolese Quinto Cenni, alla quale interverranno il Colonnello Zarcone, Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito, e il Generale Angelo Renato Boggia. A Quinto Cenni è dedicata una sezione della mostra Nei secoli fedele, in cui è raccolto materiale molto interessante relativo alle opere dell’illustratore, messo a disposizione, oltre che da privati cittadini, anche dalle biblioteche di Imola e Forlì, le cui direttrici Dott.ssa Baruzzi e Dott.ssa Emiliani sono state invitate a partecipare alla tavola rotonda.
La conferenza di domenica 21 dicembre (sempre alle ore 17), invece, sarà dedicata alle applicazioni tecniche impiegate dall’Arma: il M.A.s.UPS Rotante Salvatore e il M.A.s.UPS Pizzano Roberto parleranno in particolare dei sistemi tecnologici di telecomunicazioni con sistemi PR,trasmissione dati, radio e dell’uso delle tecnologie del Carabiniere di Quartiere al servizio del cittadino.
Infine nelle giornate di sabato e domenica, negli orari di apertura della mostra sarà possibile vedere ed acquistare il Calendario storico 2009 dell’Arma dei Carabinieri che quest’anno è dedicato alle regioni italiane, con particolare attenzione alla nostra città in considerazione anche della mostra Nei secoli fedele che sta riscuotendo grande successo ed aprrezzamento. Basti sottolineare che delle 5 illustrazioni dedicate all’Emilia Romagna, due ritraggono Imola: si tratta di una riproduzione della Rocca del 1875 di fronte alla quale sostano due Carabinieri con un carro (il loro mezzo di trasporto di allora), mentre una seconda illustrazione ritrae la Rocca di oggi con due Carabinieri motociclisti.

Storia dei carabinieri: l'annessione degli stati preunitari

Si iniziò con la Lombardia, ceduta al Piemonte alla fine della guerra: a Milano venne inviato il Colonnello Trofimo Arnulfi che riuscirà ad incorporare, tramite selezione, la parte migliore della gendarmeria, consolidando il controllo sulla Regione.
Più complessa fu la situazione negli altri Stati dell’Italia Centro-Settentrionale (Granducato di Toscana, Ducati di Parma e Modena, legazioni pontificie ….. ), ove governi provvisori dichiararono decaduti i Sovrani e dove il Regno Sabaudo non poteva formalmente intervenire per non causare incidenti internazionali. In questo complicato e frenetico mosaico, i Carabinieri dovettero agire per riconvertire le gendarmerie locali in unità del Corpo, ancor prima che quegli Stati venissero ufficialmente annessi. Il ruolo dei CC.RR. non fu spettacolare, ma di estrema importanza per organizzare il nuovo potere Sabaudo; nei mesi in cui la sorte degli Stati italiani centrali non era affatto decisa, pochi ufficiali dei Carabinieri fissarono con discrezione ed energia gli avamposti del futuro Regno d’Italia.
La loro esperienza fu preziosa anche per affrontare un’impresa ancor più impegnativa: la conquista del Regno dei Borboni. La notte tra il 5 ed il 6 maggio 1860 cominciò avventurosamente l’impresa dei Mille; l’epica conquista comportò una successiva azione - meno esaltante ma altrettanto importante - per sottoporre quei territori al controllo sabaudo: il 14 luglio 1860 viene costituito il Corpo dei Carabinieri di Sicilia, in una situazione ancora ambigua, talché il primo Comandante, il Maggiore Massiera, e gli specialisti che lo seguirono, presentarono le dimissioni temporanee dal Corpo, per non creare problemi politici.
Analogamente, il 23 ottobre 1860, poco prima dello storico incontro di Teano – giunse a Napoli il Colonnello Arnulfi che provvide ad articolare il Corpo dei Carabinieri in Campania, anche attraverso una selezione particolarmente severa dei componenti della gendarmeria borbonica.
All’inizio del 1861, l’Arma presentava un organico di 500 Ufficiali e 20.000 sottufficiali e truppa. Il 18 febbraio 1861 vide la prima convocazione del Parlamento Italiano ed il 17 marzo successivo venne proclamato il Regno d’Italia.

giovedì 18 dicembre 2008

Storia dei carabinieri: la II Guerra d'Indipendenza

Le glorie raccolte sui campi di battaglia non facevano però dimenticare ai Carabinieri i loro doveri di protezione dei cittadini dalla criminalità, talché i militari dell’Arma continuarono in silenzio la loro lotta in tutto il Regno, conseguendo importanti successi soprattutto in Sardegna (Capitani Berlinguer e Castelli, Medaglie d’Oro al V.M.), ove un feroce banditismo - favorito da gravi ingiustizie sociali - creava una situazione intollerabile: nel solo 1841 gli omicidi, su una popolazione di 500 mila abitanti, furono 405, mentre i latitanti erano quasi 500 e le loro bande erano in grado di attaccare interi villaggi.
Ma i venti di guerra soffiavano nuovamente: nel 1859, Cavour raccolse i meriti della partecipazione alla Campagna di Crimea, stipulando un’alleanza difensiva con i Francesi di Napoleone III, che intervennero in aiuto del Regno di Sardegna quando gli Austriaci decisero di aggredirlo.
Traendo insegnamento dalle sconfitte del 1848-1849, dovute alla scarsa conoscenza del nemico ed a gravi carenze dei collegamenti, lo Stato Maggiore Piemontese decise di liberare i Carabinieri dai compiti di guida e scorta, per concentrarne l’impiego nei delicati servizi di informazione e polizia militare: nei punti strategici del fronte furono dislocati Ufficiali responsabili della raccolta di informazioni, mentre i più capaci sottufficiali e carabinieri operavano in borghese.
A loro era affidata una missione importante quanto pericolosa: lasciarsi superare dalle colonne austriache e continuare trasmettere rapporti; in caso di cattura, sarebbero stati fucilati senza complimenti come spie.
Il flusso delle informazioni favorirà le belle vittorie franco-piemontesi (Montebello, Magenta, Solferino, S.Martino), interrotte dall’armistizio di Villafranca (luglio 1859) che, se da una parte lasciò solo il Piemonte, dall’altra gli consentirà, praticamente senza violenza, l’annessione degli Stati dell’Italia centrale: sarà una complessa operazione di assistenza tecnica ed influenza politica che vedrà impegnati i Carabinieri, appena usciti da una guerra nella quale espressero ancora una volta il loro valore (20 Medaglie d’Argento e 25 di Bronzo al Valor Militare).

martedì 16 dicembre 2008

Una tavola rotonda dedicata all’ illustratore imolese Quinto Cenni.


Sarà la riproduzione in scala 1 a 1 dell’aereo con cui i grandi piloti Francesco Baracca ed Ernesto Cabruna si cimentarono nei cieli della Grande Guerra, ad accogliere i partecipanti alla tavola rotonda dedicata al grande illustratore militare imolese Quinto Cenni, che si svolgerà sabato 20 dicembre dalle ore 17 alla Sala Miceti e alla quale interverranno il Colonnello Zarcone, Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito, e il Generale Angelo Renato Boggia. A Quinto Cenni è dedicata una sezione della mostra Nei secoli fedele, in cui è raccolto materiale molto interessante relativo alle opere dell’illustratore, messo a disposizione, oltre che da privati cittadini, anche dalle biblioteche di Imola e Forlì, le cui direttrici Dott.ssa Baruzzi e Dott.ssa Emiliani sono state invitate a partecipare alla tavola rotonda. Ma l’appuntamento di sabato 20 dicembre avrà un ulteriore arricchimento con l’annullo postale, che avrà luogo nei locali della mostra a partire dalle ore 14 a cura del Circolo Filatelico imolese.
La prima opera significativa di Quinto Cenni risale al 1862, e si tratta di un saggio eseguito a penna inviato al Comune di Imola perché si rendesse conto delle sue capacità e gli destinasse, come studente orfano, un sussidio. Dopo gli studi che gli fruttarono la medaglia di bronzo dell'Accademia di Brera, nel 1870, Cenni iniziò a collaborare come illustratore con numerose riviste di prestigio tra cui "Epoca", "Emporio pittoresco" (Sonzogno), "La cultura moderna", la "Rivista Illustrata Garbini", "La lettura", "Lo spirito folletto", "Emporium" e, soprattutto, l’"Illustrazione Italiana" (Treves). I temi delle illustrazioni erano principalmente militari, ma illustrò anche vari libri, tra cui: "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni, "Ettore Fieramosca" e "Niccolò De' Lapi" di Massimo D'Azeglio, "L'assedio di Firenze" di Domenico Guerrazzi.
Le sue capacità artistiche ed il settore specialistico in cui operava, quello degli illustratori che all’epoca in Italia non erano molti, gli permise di raggiungere velocemente un grande successo sia in patria che all’estero: ricevette ad esempio dall'Inghilterra l’incarico di riprodurre i più celebri monumenti italiani, quello di disegnare una medaglia del Genio Reale Britannico e di illustrare le vicende militari di cui fu protagonista il generale Durant. Giuseppe Garibaldi da Caprera scambiava con Cenni una fitta corrispondenza fornendogli notizie su combattimenti e sulla Legione Italiana di Montevideo. Nel 1876 Cenni conobbe il Gen. Genova Thaon di Revel che gli permise una grande conoscenza dell'ambiente militare. Dal 1878 al 1897 l’illustratore imolese pubblicò numerosi importanti volumi e, dal 1887, "L'Illustrazione militare italiana" rivista da lui fondata e finanziata che forniva una completa informazione per quanto riguardava le tradizioni, la storia e la struttura dell'Esercito Italiano.

sabato 13 dicembre 2008

Storia dei carabinieri: la missione in Crimea

L’esito della I guerra d’Indipendenza fu nefasto e lasciò il Regno di Sardegna in uno stato di profonda prostrazione, mentre rimasero vivissime le simpatie per i patrioti che continuarono la loro lotta e le rivolte si moltiplicarono; in tale contesto, assunse il carattere di grande pericolo l’arrivo in Liguria del Generale Giuseppe Garibaldi, reduce dell’eroica e sfortunata impresa romana. Toccherà ai Carabinieri il compito di arrestare l’Eroe dei due Mondi per evitare il degenerare di una situazione già esplosiva: il 5 settembre 1849, a Chiavari, il Capitano Basso riuscì a farsi seguire da Garibaldi, a dire il vero soprattutto grazie alla collaborazione dello stesso Generale che calmerà gli animi degli scalmanati ormai decisi alla rivolta. Non sarà l’ultima volta che i Carabinieri incontreranno Garibaldi e saranno numerose le altre occasioni in cui i militari dell’Arma faranno il proprio dovere anche quando comporterà loro impopolarità e contestazioni.
Nel 1855 il Corpo dei Carabinieri avrà modo di esprimere il proprio valore anche fuori dai confini nazionali, nella guerra tra Russia e Turchia per il possesso del Bosforo; il conflitto era iniziato l’anno precedente con Francia e Inghilterra alleate dell’impero Ottomano. Cavour, con la lungimiranza politica che gli è giustamente riconosciuta, inviò a fianco delle potenze occidentali un Corpo di Spedizione Sardo che il 9 maggio 1855 sbarcò a Balaklava; di questo faceva parte un distaccamento di 70 carabinieri, al comando del capitano Emanuele Trotti, che si distinguerà nell’agosto successivo, durante la battaglia della Cernaia, nella difesa dalle colonne russe di un caposaldo detto “la Rocca dei Piemontesi”.
Per il resto della campagna i Carabinieri svolsero una preziosa e capillare opera di scorta, guida, polizia civile e militare, nonché di soccorso ai colpiti dall’epidemia di colera, che contribuirà ad infoltire il loro invidiabile medagliere: 4 medaglie militari ottomane, 4 francesi, 37 “di Crimea” inglesi, 27 “di Crimea” Sarde.
In Patria la vittoria della Cernaia e nella guerra di Crimea rappresentò un riscatto dall’onta di Custoza e di Novara ed una spinta ad assumere un ruolo più attivo nella politica internazionale.

giovedì 11 dicembre 2008

Si comunica che per sopraggiunti problemi organizzativi è stato annullato l'evento previsto per Domenica 14 dicembre 2008 nell'ambito della mostra Nei secoli fedele. La Giornata dedicata ai Carabinieri nello Sport non avrà quindi luogo.

Alla mostra atterra l’aereo di Baracca e Cabruna

Una riproduzione in scala 1 a 1 dell’aereo con cui i grandi piloti Francesco Baracca ed Ernesto Cabruna si cimentarono nei cieli della Grande Guerra, sarà da sabato 13 dicembre in mostra all’interno della mostra Nei secoli fedele, presso la Sala Miceti, in occasione della conferenza che si terrà quel giorno alle ore 17.00 durante la quale il Ten. Col. Riccardo Genco parlerà de Il servizio aereo dell’Arma dei Carabinieri.
Il Carabiniere Ernesto Cabruna pioniere dell’aviazione italiana fu uno dei più grandi piloti della nostra giovane Aviazione, insignito, vivente, di varie medaglie tra cui una Medaglia d’Oro al Valor Militare per il suo eccezionale eroismo. L’aereo esposto è una riproduzione fedele di un suo aereo con cui il Pilota magnifico asso cacciatore dell’aviazione affrontò in numerosi duelli l’aviazione Austriaca e Tedesca arrecando notevoli danni. Entrato in aviazione nel 1916, già nel dicembre del 1917 gli fu assegnata la prima medaglia d’argento. Il 29 marzo del 1918 trovandosi solo di ricognizione si imbattè in un gruppo di 11 velivoli nemici fra i quali alcuni rossi Fokker della squadriglia di Von Richthofen; capì che si dirigevano verso le nostre linee e si avventò con la sua mitragliatrice contro la formazione mirando a colpire il rosso capo dello stormo, riuscendo ad isolarlo e a scompigliare e disperdere i rimanenti dieci che alla spicciolata fuggirono.
Il 20 giugno del 1918 gli venne conferita la seconda medaglia d’argento con la menzione “audacissimo pilota di caccia con tenace volontà e ardire prodigò l’opera sua instancabile e meravigliosa con zelo ed entusiasmo abbattendo ulteriore caccia nemico”. Infine il 2 novembre del 1918 dopo aver ingaggiato duello contro sei caccia nemici ne abbattè due mettendo in fuga gli altri, questa ennesima azione si valse la medaglia d’Oro al Valore Militare.

mercoledì 10 dicembre 2008

Storia dei carabinieri: la Guerra d'Indipendenza e la carica di Pastrengo

Il 23 febbraio 1832, sul cappello del Carabiniere apparve per la prima volta la granata con fiamma: diventerà uno dei simboli più caratterizzanti dell’Istituzione. Subito dopo, il 25 giugno 1833, i Carabinieri adottarono il pennacchio rosso-blu, a piume corte per sottufficiali e militari di truppa, a piume lunghe e ricadenti a “salice piangente” per gli ufficiali.Ma gli anni ’40 del XIX secolo saranno indimenticabili per il nuovo vento di libertà, indipendenza ed uguaglianza che attraversava tutta l’Europa, e con essa il Regno di Sardegna: l’8 febbraio 1848 Re Carlo Alberto aveva proclamato lo Statuto, la prima carta costituzionale italiana (rimase vigente per un secolo), certamente ancora limitata per quanto riguardava i diritti del popolo e quelli individuali, ma certamente tale da porre le basi per un tremendo contrasto con l’Impero Asburgico, difensore dello status quo stabilito con la Restaurazione: e fu subito guerra!Per la prima volta l’Armata Sarda, adottò il tricolore in una guerra che non fu solo per l’indipendenza, ma anche per difendere i nuovi ideali contro un nemico enormemente più forte. Venne disposta la mobilitazione di 434 carabinieri a cavallo, ordinati in tre squadroni e tre mezzi squadroni. I tre squadroni di guerra costituirono un Corpo di cavalleria di riserva al servizio diretto del Re, con la possibilità di essere impiegati in combattimento.La loro importanza risultò chiara nell’episodio di Pastrengo del 30 aprile 1848: Re Carlo Alberto si era esposto troppo al fuoco avversario e rischiava di essere catturato da fucilieri austriaci. Il comandante degli squadroni, Maggiore Negri di Sanfront, non esitò un attimo a far scattare la carica: l’irruente ed inarrestabile impeto dei Carabinieri non solo valse la salvezza del Re, ma elettrizzò talmente l’Armata Sarda che la giornata poté concludersi con una meravigliosa vittoria.La Bandiera di Guerra dell’Arma Carabinieri verrà decorata con una Medaglia d’Argento al Valor Militare. Sempre nel corso della I Guerra d’Indipendenza i Carabinieri ebbero modo di distinguersi a Verona, alle gole di Staffalo, sulle alture di Sommacampagna, a Milano e Peschiera, guadagnando alla Bandiera altre due Medaglie di Bronzo al V.M..


martedì 9 dicembre 2008

Il servizio aereo dell’Arma dei Carabinieri

Una conferenza, quella del Capitano Ciro Laudonia dedicata ai “Carabinieri nella tutela del patrimonio culturale e il fenomeno delinquenziale connesso alle opere d’Arte” svoltasi sabato 6 dicembre, che ha avuto grande successo e una viva partecipazione, grazie anche all’avvincente esposizione del relatore che ha tracciato un quadro molto preciso dell’attività svolta dai Carabinieri per tutelare il nostro incredibile partimonio artistico e culturale nazionale, che – come calcolato dall’UNESCO - costituisce il 75% del patrimonio artistico e culturale mondiale. Tra aneddoti curiosi o divertenti, il pubblico ha scoperto come si svolgono indagini e recuperi da parte dell’Arma, anche in situazioni piuttosto delicate poiché sono coinvolte altre nazioni straniere oppure devono essere recuperate opere di insetimabile valore. Pregevole pure l’attività di addestramento delle polizie di altri paesi, poiché il corpo italiano di tutela del patrimonio artistico e culturale è stato il primo al mondo di questo tipo, ed oggi è il meglio organizzato in assoluto, con strumenti estremamente all’avangiuardia, come una banca dati su internet al cui modello si sono ispirate moltre altre nazioni.
Di grande interesse si preannuncia anche la conferenza di sabato 13 dicembre 2008 alla Sala G. Miceti – P.le Ragazzi del ‘99 ore 17.00 durante la quale il Ten. Col. Riccardo Genco parlerà de Il servizio aereo dell’Arma dei Carabinieri.
Il Servizio Aereo dell'Arma integra e supporta l'azione preventiva e di controllo del territorio attuata dai reparti operanti a terra e si avvale di una flotta costituita da 3 tipi di elicotteri (AB206B1, A109,A109E e AB412), che sviluppano il proprio servizio in circa 17mila ore di volo annuali.
Tra le attività del Servizio Aereo vi sono le missioni di perlustrazione, il supporto aereo e soccorso sanitario. L'attuazione di posti di controllo mobili sulle strade extraurbane e il sorvolo di ampie aree rurali del territorio, sono operazioni quotidiane utili per individuare dall'alto violazioni alle leggi penali ed ordinarie (edilizia, ambiente, criminalità comune). Inoltre gli elicotteri garantiscono la rapida mobilità negli interventi dell'Arma, collaborano ai quotidiani servizi svolti da Stazioni e Compagnie sul territorio, nella ricerca di fuggitivi, le perquisizioni e le irruzioni nei luoghi sospetti. Ma facilitano anche la conoscenza del territorio da parte del personale e svolgono attività di monitoraggio, riprese cine-fotografiche con l'impiego di sistemi ottici e digitali, inviando le immagini direttamente a stazioni riceventi tramite un sistema di ponti radio. Effettuano trasporti urgenti di personale, materiali e rifornimenti per assolvere ai diversi compiti istituzionali. Infine concorrono nelle operazioni di soccorso per pubbliche e private calamità e per il trasporto d'urgenza di malati gravi.Il rapporto tra l'Arma e il volo è storicamente antico, poichè i Carabinieri iniziarono a volare durante il I Conflitto Mondiale, a cui parteciparono con oltre 170 piloti inquadrati nel Corpo Aeronautico Militare del Regio Esercito, intervenendo a tutte le più importanti fasi della Grande Guerra. Volare diventò una necessità anche al termine del secondo conflitto mondiale quando l'arma si appoggiò per questo servizio all'Areonautica Militare. Sono del 1963 i primi corsi presso la Scuola Volo Elicotteri di Frosinone (oggi 72° Stormo AM) e la Scuola Specialisti di Caserta per formare piloti e specialisti Carabinieri. Il 1° giugno del 1965, con personale proprio, l'Arma organizza la prima struttura di volo autonoma articolandola su una Sezione Aerea - inquadrata nel II° Reparto del Comando Generale - ed una Base Elicotteri Carabinieri dislocata sull'Aeroporto militare di Pratica di Mare.

sabato 6 dicembre 2008

In mostra ancora due opere d'arte

Altre due pregevoli opere d’arte vanno ad arricchire l’esposizione della mostra Nei secoli fedele: a partire da sabato 6 dicembre alla Sala G. Miceti (Imola – P.le Ragazzi del ’99) in occasione della conferenza in cui il Capitano Ciro Laudonia si occuperà dei Carabinieri nella tutela del patrimonio culturale e il fenomeno delinquenziale connesso alle opere d’Arte (dalle ore 17), verranno esposte una creazione realizzata dalla Cooperativa Ceramica di Imola ispirata all’opera di Quinto Cenni, ed una imponente istallazione realizzata dall’artista Renato Mancini utilizzando materiale metallico di recupero.

Le opere rimarranno poi in mostra fino al termine dell’esposizione l’11 gennaio 2009.

giovedì 4 dicembre 2008

Le prime uniformi dei Carabinieri

Il "Regolamento per gli uniformi" (datato 8 novembre 1814) stabiliva che la divisa del nuovo corpo dei carabinieri fosse comoda e non impacciasse i movimenti, ma sempre restando una bella unifrme ottocentesca elegante, ricca di
simboli e decorazioni.
La base della divisa era costituita da un abito "di panno color turchino, tagliato in modo che si adatti al corpo: sarà interamente abbottonato sul davanti sino alla cintura con nove grossi bottoni, e sarà assai comodo sul petto per non impedire il respiro e lasciare libertà di aprire le spalle".Maniche, falde e calzoni, dovevano essere comodi ed opportunamente dimensionati per non impedire i movimenti.Sopra poteva essere indossato un ampio cappotto di lana turchino per i carabinieri a piedi, mentre quelli a cavallo avevano un "mantello con maniche, colletto montante, ed una pellegrina, che discenda sin sotto il "gomito, abbottonata sul davanti". La pellegrina era una mantelletta corta da indossare sopra il mantello ed era prima caratteristica dei "romei", i pellegrini in viaggio per Roma.
I militi a cavallo portavano gli stivaletti, mentre quelli a piedi le mezze ghette da fanteria di maglia di lana nera. Una parte di rilievo era assunta dalle buffetterie di "buffala" bianca. Ridotte nell'uniforme attuale quasi sempre a simbolo distintivo, erano l'imbracatura essenziale per il trasporto di armi e munizioni. Il carabiniere a cavallo aveva: un cinturone bianco con pendagli per agganciarvi la sciabola lunga; la dragona da legare all'elsa della sciabola; la bandoliera con la classica giberna per polvere e palla, fregiata dalla granata in ottone, la rangona con un crocchio in ferro per agganciare la carabina quando si cavalcava. Bandoliera e
rangona si sovrapponevano da destra a sinistra sul petto e sulla spalla.La dragona è un laccio con fiocco che viene legato per un capo all'elsa della spada e per l'altro avvolto intorno al polso. Lo scopo è di rendere salda la presa dell'arma durante il combattimento a cavallo. Elemento funzionale inizialmente usato dai dragoni, una truppa di fanteria a cavallo, è diventato con il passare del tempo un elemento puramente decorativo. Bandoliera e rangona sono essenzialmente la stessa cosa, una larga striscia di cuoio, ma con funzioni diverse. La prima serve a portare le munizioni contenute nella borsa di cuoio detta giberna. La seconda sorregge la carabina durante i trasferimenti a cavallo. Bandoliera e giberna sono rimaste quasi le stesse nella divisa dei carabinieri di oggi, anche se essenzialmente ridotte al ruolo di distintivo. Nell'esercito la giberna è diventata una sacca di robusta tela mimetica per il trasporto dei caricatori. Se per il carabiniere a cavallo poteva sembrare che avesse addosso soltanto una fascia trasversale di cuoio bianco, tutto l'opposto era per il carabiniere a piedi, per il quale bandoliera con giberna e budriere si incrociavano sul petto.
Il budriere (o bodriere) era la buffetteria che serviva ad agganciare la daga e il fodero da baionetta.Completavano la tenuta una bretella per il fucile, il cinturone ed il fodero da baionetta, questo nero, che andava collegato al budriere.
Infine c'era la tradizionale lucerna nera, uguale per tutti i carabinieri, un alto cappello a due punte che non li abbandonerà più.
Il grillò era la voce dialettale piemontese per indicare la grovigliuola d'argento (minuscoli cordoncini) che serviva a decorare le spalline dell'uniforme.
(Testo liberamente tratto dal sito http://www.carabinieri.it/)




martedì 2 dicembre 2008

I Carabinieri nella tutela del patrimonio culturale e il fenomeno delinquenziale connesso alle opere d’Arte

Dopo la parentesi “mondana” rivolta al mondo del cinema e a quello delle fiabe della scorsa settimana, tornano gli approfondimenti sui corpi speciali dell’Arma dei Carabinieri: sabato 6 dicembre alla Sala G. Miceti (Imola – P.le Ragazzi del ’99) dalle ore 17.00 il Capitano Ciro Laudonia si occuperà dei Carabinieri nella tutela del patrimonio culturale e il fenomeno delinquenziale connesso alle opere d’Arte.
Il "Comando Carabinieri Ministero Pubblica Istruzione - Nucleo Tutela Patrimonio Artistico" ha al suo attivo un’esperienza di quasi mezzo secolo, essendo stato istituito nel 1969, in seguito alla proposta del Ministero della Pubblica Istruzione, preoccupato del dilagante fenomeno dei furti di opere d'arte e del conseguente depauperamento del patrimonio nazionale. Si trattò di un’iniziativa che precorreva i tempi, visto che proprio l’anno successivo l'U.N.E.S.C.O. (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura), raccomandava agli stati membri di istituire uno o più servizi di tutela nello specifico settore. Ed il nostro Paese si trovò così nel ruolo della prima nazione al mondo a disporre di un corpo specifico per tale scopo.
Nel corso della sua lunga storia il corpo speciale ha via via perfezionato il suo operato con tappe fondamentali come quella avvenuta nel 1980, quando fu istituita la Banca Dati delle opere d'arte da ricercare. Dal 2001 il Comando ha assunto la denominazione "Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale". Tale corpo opera sul territorio nazionale in collaborazione con tutte le componenti dell'Arma dei Carabinieri, delle altre Forze dell'Ordine ed in sinergia con le Soprintendenze ai Beni Culturali, ma svolge la propria attività pure in campo internazionale tramite l’Interpol.
Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale opera alle dipendenze funzionali del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ed in particolare si occupa di furti e ricettazioni di opere d'arte,
danneggiamenti di monumenti ed aree archeologiche, esportazioni e commercio illegali, contraffazioni ed alterazioni di opere d’arte e oggetti d'antichità; previene e reprime scavi e ricerche abusive nei siti archeologici, esercita attività di controllo e rilevazione in occasione di mostre, fiere, aste sia in Italia che all'estero nonché nei confronti di antiquari, rigattieri, restauratori e mercanti d'arte.