
Nel frattempo il Regno l’Italia si era sempre più inserito nelle vicende internazionali talché, quando la situazione nella piccola isola di Creta divenne incandescente, fu chiamato a contribuire con un proprio contingente di 600 uomini, tra i quali i Carabinieri comandati dal capitano Craveri, che favorirono la neutralizzazione del conflitto in atto tra turchi e greci.
La missione a Creta può essere considerata la prima delle missioni di peacekeeping di cui oggi i Carabinieri sono apprezzati protagonisti.
I Carabinieri operarono non solo per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, ma anche per costituire ed addestrare una Gendarmeria locale; il Capitano Craveri, grazie alla sua cultura ed alla sua abilità, riuscì a trasformare un territorio pericoloso e minato dalle rivalità etnico-religiose in un posto sicuro quanto una normale città europea. E fu sempre lui, assecondato dall’opera instancabile dei sui circa 100 subordinati, a marcare l’impronta duratura dei Carabinieri sulla Gendarmeria Cretese. I suoi successori (Caprini 1900-1903 e Monaco 1903-1906) saranno in grado di sedare la rivolta irredentista divampata il 23 marzo 1905, non solo riuscendo a riportare la calma, ma anche ottenendo la stima degli stessi capi dell’insurrezione.
Altri loro colleghi furono gli artefici della riorganizzazione della stessa Gendarmeria
ellenica e rimasero in Grecia fino al 1914. Perfino i Turchi furono colpiti dell’operato dei Carabinieri e li chiameranno nel 1904 a ristrutturare la Gendarmeria macedone.
Nell’ultimo scorcio del secolo e nei primi anni del ‘900 i militari dell’Arma fecero il giro del mondo per sedare la rivolta dei Boxer a Pechino (1900) e per offrire il loro aiuto alla nascita dei Carabinieri cileni (1909-1911).
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