
Reggio e molti altri centri limitrofi alle due città riportarono danni gravissimi. Risultarono distrutti gli ospedali, le comunicazioni furono completamente interrotte e le macerie dei crolli sommersero ogni scorta alimentare.
Centinaia di migliaia furono gli abitanti morti o gravemente feriti, tra essi numerose autorità locali e 11 carabinieri della Stazione di Messina. La situazione creata dal sisma si rivelò immediatamente disperata.
L’Arma partecipò sin dall’inizio alle operazioni di soccorso, prima con i militari della Legione di Palermo e di Bari, poi con contingenti inviati da altre Legioni. Compito dei Carabinieri, oltre a quello di soccorrere i sinistrati e concorrere al ripristino dei servizi essenziali, fu di combattere i criminali, molti dei quali fuggiti dalle carceri distrutte, e particolarmente gli sciacalli, che cercavano di impossessarsi dei valori delle banche e di altri importanti Enti danneggiati dal terremoto.
Numerosi furono perciò i conflitti a fuoco con i malviventi, al punto che le autorità dovettero proclamare lo stato d’assedio, che perdurò nelle città di Reggio Calabria e Messina dall’8 gennaio al 14 marzo 1909.
L’opera dell’Arma, infaticabile ed eroica, fu premiata con la concessione alla sua Bandiera della Medaglia d’Oro di Benemerenza, espressamente istituita in tale occasione. La stessa decorazione venne assegnata anche al maggiore Carlo Tua ed al
vicebrigadiere Mario Realacci. 32 Medaglie d’Argento, 82 di Bronzo, sempre di Benemerenza, 33 menzioni onorevoli e 1.029 encomi solenni premiarono i particolari meriti di altrettanti militari tra ufficiali, sottufficiali e carabinieri che si prodigarono e si distinsero durante le drammatiche giornate di Reggio Calabria e di Messina.
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